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La solitudine.


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La solitudine. Quali immagini dipinge nella nostra mente questa parola?

Quante volte le si attribuisce un significato negativo, triste? Ci sentiamo soli perché

incompresi, fuori luogo. Soli perché ‘troppo percettibili’, soli perché terrorizzati dalle

continue critiche altrui. Soli perché non conformi al complesso.

Le persone accanto a noi non mancano ma non sono come vorremmo, non ci rispettano,

non ci dedicano le attenzioni che vorremmo ci fossero concesse e quindi ci sentiamo soli.

Ci sentiamo tali perché fragili, con mille insicurezze che spesso non riusciamo a superare.

Tutti temiamo la solitudine in un modo o nell’altro. Ci fa paura. Quando si è soli con se

stessi tutto ciò che fa parte del lato oscuro e nascosto dei pensieri finisce per emergere.

Come le nostre debolezze, ad oggi diventate un altro enorme spettro da evitare.

Ma è davvero così sensato temere la solitudine?

Temere uno stato d’animo, una condizione dell’essere che, semplicemente, dà spazio a

ogni nostro lato. Con essa esprimiamo le nostre paure, le nostre irrisolutezze...

È davvero preferibile voler rimanere costantemente conformi alla massa, mentre fingiamo

di aver bisogno di persone così diverse da noi?

Le persone andranno e verranno. A volte potranno stupirci, altre deluderci, altre ancora ci

cambieranno entrando a far parte della nostra vita. Ma con se stessi si rimane fino al

patibolo e se non si impara a convivere con la propria solitudine, non si imparerà mai

neanche a convivere con gli altri.

Comprendiamo noi stessi grazie a lei. Basterebbe, in fondo, solo accettarla.


- FRANCESCA CASTELNUOVO

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