Adolescenza. Un periodo roseo…
- gazzettadelgatto
- 9 gen 2020
- Tempo di lettura: 3 min
L'adolescenza è il periodo in cui i ragazzi iniziano a prendere le prime scelte in
maniera del tutto autonoma, molto spesso senza seguire i consigli che gli adulti
tentano di dar loro, comportandosi, quindi, nel modo opposto.
La libertà e la sua ricerca instancabile spinge noi giovani a scelte folli, pazze, talvolta
sbagliate, ma sicuramente sentite, autentiche, vive.
Ma non tutto va sempre come pianificato, spesso gli adulti impongono noi limiti
troppo rigidi, influenzando le nostre azioni con il loro personale volere e questo ci fa
sentire succubi di scelte che non rispecchiano il nostro pensiero.
L'indonesiano Padre Pandri ci racconta di essere felice, di essere riuscito a
raggiungere i suoi obiettivi nonostante la sua cultura tenda a limitare la libertà dei
giovani. Il nostro missionario è, quindi, l’esempio vivente di quanto possa essere
difficile inseguire i propri sogni e prendere scelte autonome, che possano portare al
compimento di questi, in una società fortemente gerarchica che toglie sempre più
spazio a noi giovani, sottovalutandoci.
"Mi sentivo molto triste, erano giorni in cui piangevo molto".
Pensare che queste semplici ma tristi parole debbano descrivere l'adolescenza di un
ragazzo ci aiuta ad ampliare lo sguardo verso orizzonti ben più bui dei nostri. Schiavi
dell'egocentrismo, durante la quotidianità ci perdiamo nello sconforto,
abbandonando la nostra mente al pensiero che i giorni vissuti siano il cuore
pulsante di una gioventù difficile. Passiamo il tempo a versare lacrime,
accompagnati dal pensiero di una dolce, utopica realtà in cui il sacrificio è
inesistente.
Magari si potesse avere tutto ciò che si vuole!
All'ambizione, unico stimolo in grado di indicarci la strada giusta, è stata così chiusa
ogni porta.
Ma siamo davvero sicuri di avere a che fare con dei veri problemi? Soffermiamoci,
ora, su realtà diverse, sicuramente più tristi della nostra.
In Amazzonia, i ragazzi della tribù dei Sateré Mawé prossimi alla maggiore età sono
sottoposti a vere e proprie dimostrazioni di forza, il cui fallimento nega loro il
riconoscimento del passaggio all'età adulta.

Durante queste prove, diffuse anche in tribù dell'Africa occidentale, non è concesso né piangere né, tantomeno, lamentarsi. Queste sfide hanno come scopo accrescere la resistenza fisica dei ragazzi vicini all'età adulta Ma non solo, i giovani indigeni devono anche avere il coraggio di inserire le proprie
mani in guantoni contenenti "formiche proiettile", chiamate così per il dolore che causano con un semplice morso. Altre prove sono veri e propri combattimenti dove viene premiato il ragazzo che colpisce più violentemente il suo avversario; altre ancora consistono nel rivestimento del proprio corpo con veleno provocante tremori e allucinazioni varie.
Ma essere "grande" consiste, davvero, solo nell'essere forte?
In questo modo si cresce con la convinzione che per farsi valere sia semplicemente
necessario imporsi con violenza.
Spostando l'attenzione al mondo femminile, ci si rende conto che al gentil sesso non
viene riservato alcun trattamento di cortesia. Molte ragazze, in diverse zone del
mondo, sono castigate a sposare un uomo scelto dalla loro famiglia.
Ciò avviene in regioni dell'Africa Subsahariana e Asia meridionale, le quali
presentano il maggior tasso in percentuale di spose bambine (tra i 15 e i 19 anni) .
Sposarsi in così tenera età comporta conseguenze piuttosto serie: una gravidanza
precoce, che può causare diversi problemi di salute e un alto rischio di violenza
domestica favorita dall’enorme differenza d'età tra i due coniugi.
Sempre queste regioni presentano la percentuale più alta di ragazzi che, per
difficoltà economiche, sono costretti ad abbandonare gli studi, non riuscendo ad
iscriversi alla scuola secondaria di primo grado.
Vi sono altre situazioni in cui la libertà dei ragazzi viene repressa, non possono
prendere decisioni che entrino in contrasto con quelle del capofamiglia e se ci si
ribella le punizioni sono molteplici.
Ma l’età può davvero incidere sulla libertà di una persona?
Ancora più diffusi sono i casi di sfruttamento minorile e prostituzione.
Una diciasettenne nigeriana ci racconta la sua storia:
"A 16 anni ho perso i miei genitori. Due uomini in Nigeria mi hanno promesso un
lavoro in Italia ma, non appena sbarcata, mi hanno costretto a prostituirmi ogni
notte per ripagare le spese del viaggio. Quando piangevo o mi ribellavo venivo
picchiata. Pretendevano da me 500 euro a settimana".
L"associazione UNICEF invece ci rende partecipi di un altro spiacevole capitolo:
L’adolescenza di Mukesh Damore, dodicenne schiavo di un'industria di cotone, che
ha lasciato il suo villaggio natale per lavorare. I suoi turni lavorativi erano
massacranti: costretto a svegliarsi alle 4:00 del mattino, il suo turno terminava
intorno alle 15:00 del pomeriggio.
Mukesh lavorava sotto il sole bollente, a contatto con forti pesticidi. Terminata la
sua giornata lavorativa era tenuto a procurarsi il pranzo, per poi dormire insieme a
tanti altri suoi coetanei su un freddo pavimento .
Per i primi tre mesi lavorativi ha percepito uno "stipendio" di 1000 rupie, poco più di
15 euro.
Il povero ragazzo afferma:
"Mi sentivo ogni giorno male, come se avessi la febbre".
Avendo ampliato il mio sguardo ora penso che la mia adolescenza sia fin troppo
rosea!
ANNA NACCHIA
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