top of page

DA TRUMP A CONTE, PASSANDO PER LA COMMISSIONE EUROPEA: COSA STIAMO ,DAVVERO, FACENDO PER L’EMERGENZA

Agli occhi dei più, la politica e le istituzioni si mostrano sostanzialmente indifferenti rispetto

ai reali interessi e problematiche del popolo. In base a questa percezione nazionalpopolare

della cosa pubblica,fondamentalmente, l’operato dei nostri governi non ci tange per nulla.

In realtà, non solo questo ci riguarda molto più di quanto pensiamo, la politica svolge anche

i nostri interessi, contribuendo, così, al bene pubblico. Per dare un fondamento a queste

affermazioni passeremo in rassegna quanto realizzato da due tra le figure più influenti sulla

scena politica mondiale dell’ultimo decennio: Barack Obama e Donald Trump.

Prendendo in esempio due personalità del genere possiamo facilmente evidenziare come la

politica degli States sia radicalmente cambiata, seppur nel corso di pochi anni.

Questo articolo sarà incentrato principalmente sulla politica ambientale; come prima cosa,

confronteremo la politica ambientale d’oltreoceano durante gli anni del governo Obama ( 8

anni suddivisi in 2 mandati; dal 2009 al 2017) e durante il corrente governo Trump.

ree

Barack Obama è, probabilmente, il Presidente USA che più si è battuto per la salvaguardia

dell’ambiente e contro il cambiamento climatico. Fin dagli albori della sua campagna elettorale, infatti, ha fatto leva su questa urgente problematica, la quale ha poi effettivamente trovato spazio nella sua azione al governo.


Alcune delle azioni più importanti dell’amministrazione Obama:

1. Nel 2014 aumenta di 6 volte la superficie della Pacific Remote Islands Marine

National Monument, creando così la più grande riserva marina al mondo.

2. Nel 2015 abroga il progetto di costruzione del mega oleodotto Keystone XL.

3. Nel 2014 firma una legge per salvaguardare le aree naturali della California.

4. Nel 2011 firma un accordo con 13 grandi case automobilistiche col fine di tagliare

progressivamente i consumi dei veicoli.

5. Nel 2015 presenta il suo progetto più ambizioso: il Clean Power Plan. Con l’obiettivo di tagliare le emissioni di Co2 delle centrali elettriche più inquinanti del Paese, il piano è stato purtroppo bloccato nel 2016 dalla Corte Suprema.

6. Nel 2010 lancia l’iniziativa America’s Great Outdoors Initiative, avente come scopo l’incentivare una serie di attività che avessero a che fare con gli spazi verdi.

7. Nel 2009 firma l’American Recovery and Reinvestment Act: un provvedimento per la

ripresa economica del paese, dopo la grande crisi economica mondiale del 2008.

L’atto presenta una grande novità: per la prima volta viene - per davvero- incentivata la Green Economy, con oltre 90 miliardi di dollari stanziati per l’economia verde.


Sul fronte opposto, l’attuale presidente Donald Trump, nemesi del suo predecessore per

quanto concerne l’impegno e la preoccupazione versati nella questione ambientale.


L’imprenditore miliardario newyorkese ha definito, durante tutta la sua campagna elettorale, l’effetto serra una truffa, orchestrata dalla Cina per danneggiare l’economia statunitense.

Il presidente,da poco accusato di impeachment, non ha tradito i suoi ideali e sta , de facto, smontando il precedente corpo legislativo statunitense riguardante la tutela ambientale.


Ecco alcune tra le azioni salienti del suo governo:

1. Ha portato gli USA fuori dagli Accordi di Parigi: gli Accordi Internazionali che

impegnano la maggior parte dei Paesi del mondo nella limitazione delle emissioni di

gas serra e nel contenimento dell’aumento della temperatura globale tra 1.5 e 2

gradi al massimo.

2. Ha introdotto norme che aboliscono i limiti delle emissioni di Co2 delle centrali

elettriche a carbone, rilanciando così l’utilizzo del carbone come materiale per la

produzione di energia.

3. Ha congelato l’obbligo per le industrie automobilistiche di produrre auto che

consumino di meno.

4. Ha abrogato i limiti alle emissioni di metano dai pozzi di gas.

5. Ha eliminato i limiti, imposti ad allevatori e agricoltori, riguardo l’utilizzo di

fertilizzanti chimici.

6. Ha eliminato le restrizioni d’uso per pesticidi mortali per le api.

7. Ha promosso norme e leggi che rendono di nuovo possibile l’uso dell’amianto:

materiale altamente dannoso per la salute, il cui utilizzo è vietato in oltre 60 Paesi

nel Mondo.


ree

E in Europa? Cosa stiamo facendo per l’ambiente nel Vecchio Continente?


Incredibile dirlo, ma l’Europa, per quanto anch’essa potrebbe fare di più per l’ambiente, è in

prima linea nella lotta al cambiamento climatico.

La nuova Presidente della Commissione Europea, eletta quest’anno, è largamente

sostenuta dal Partito dei Verdi Europei e da tutti i principali partiti ambientalisti. Stiamo

parlando di Ursula von der Leyen, fino ad ora Ministro della Difesa nel Governo della

Cancelliera Merkel in Germania, catapultata alla presidenza dell’intera Unione Europea.

La nuova Presidente ha, fin da subito, ribadito la centralità che la questione ambientale

rivestirà all’interno dell’azione politica della sua Commissione Europa.

Il Green New Deal europeo si regge in particolare su investimenti legati all’energia pulita e

alle infrastrutture.

Nel bilancio europeo 2014-2020 la UE ha stanziato il 20% della sua spesa annuale (206

miliardi di euro) in programmi legati al contrasto del cambiamento climatico. Per il piano

2021-2027, invece, si sale al 25% (320 miliardi). Attraverso la partecipazione dei privati, la

von der Leyen crede di riuscire a mobilitare mille miliardi di euro in investimenti green.

Come sempre però, perfino avendo a che fare con un problema così importante, l’Europa

non si mostra mai compatta. Se paesi come Germania, Francia, Svezia, Olanda, e nell’ultimo

periodo anche l’Italia, spingono fortemente in questa direzione green, altri paesi, quali:

Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria ed Estonia si oppongono fermamente.

Nell’ultimo periodo anche l’Italia si è attivata politicamente rispetto alla tematica, ormai

emergenziale.

Questa politica verde, che segna una forte rottura rispetto al passato,è stata portata avanti,

in particolar modo, dall’attuale ministro dell’ambiente: il Generale dei Carabinieri Sergio

Costa. Il Generale Costa, per anni, si è battuto contro le associazioni malavitose che

commettevano reati ambientali in Campania: regione da egli, al tempo, controllata, in

quanto Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato. A lui si deve la scoperta della Terra dei Fuochi: la più grande discarica abusiva d’Europa. Nel 2016, in seguito all’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri, è divenuto Generale di

Brigata dell’Arma. Nel 2017 viene proposto come possibile Ministro dell’Ambiente da Luigi Di Maio, in caso di una eventuale vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2018. Come promesso, l’1 Giugno 2018 Costa è stato nominato Ministro dell’Ambiente del governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle. Nel settembre del 2019, in seguito alla caduta del governo reggente,viene confermato Ministro dell’Ambiente nel nuovo governo formato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.


Una veloce panoramica degli obiettivi finora raggiunti dal Ministro Costa:

1. Campagna Plastic Free: da lui stesso ideata e promossa, ha reso l’intero Ministero,da

lui presieduto, Plastic Free e ha coinvolto centinaia di enti, associazioni e istituzioni

in tutta Italia.

2. Ha spostato la sede del Ministero dell’Ambiente da un edificio in affitto,con un costo

di più di 6 milioni di euro annui, a un edificio di proprietà dello Stato.

3. Ha promosso l’approvazione di una legge da lui stesso voluta: la cosiddetta Legge

Salvamare. Legge che vieta,a partire dal 1 gennaio 2020, la vendita di oggetti

monouso in plastica e che permette ai pescatori di raccogliere oggetti di plastica

nelle loro reti, in modo da ripulire i fondali.

4. Ha incentivato, attraverso alcune norme, la riduzione degli imballaggi in plastica.

5. Ha promosso la Plastic Tax: una legge che tassa gli imballaggi in plastica per

scoraggiarne la produzione.

6. Ha firmato il Protocollo d’Azione per la Terra dei Fuochi: un patto tra il Governo e le

istituzioni locali per contrastare i roghi tossici nella Terra dei Fuochi. Ci saranno più

controlli e presidi militari e sanitari.

7. Firma del Decreto Clima: forse il più importante atto firmato dal Ministro. Prevede

incentivi per la rottamazione dei veicoli più inquinanti, rafforzamento del Trasporto

Scolastico con mezzi elettrici o ibridi, installazione di nuove foreste urbane,tramite

un progetto di piantumazione di alberi all’interno delle città.

Per il Ministro Costa questo decreto inaugura il Green New Deal italiano.


Fonti:



- GIULIO CAPORELLA

 
 
 

Comments


© 2023 by Train of Thoughts. Proudly created with Wix.com

bottom of page